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DETTAGLIO NEWS
 
20/05/2012 18:43:16 - Da Civitavecchia a Giardini Naxos
 
Da Civitavecchia a Giardini Naxos una crociera, un sogno, una storia d’amore lunga oltre 400 mg. (1° parte)

Non siamo velisti, sentiamo che un giorno lo saremo….., siamo, però, grandi appassionati di mare ed è proprio da questo punto che iniziamo la nostra storia.
In una terra dominata dal più alto vulcano d’Europa affacciato sullo splendido litorale jonico, luogo dai mille fortissimi contrasti, non puoi, iniziando una storia d’amore, non unire, non fondere insieme anche i più intimi legami che, nel corso della vita, hai stretto col tuo territorio.
Io più irruento a tratti esagerato, vulcanico e istintivo, lei più riflessiva, amabile, precisa.
Ricordo distintamente i tempi della scuola, più o meno durante il mese di marzo, qualche volta era dura uscire di nascosto da casa con gli sci e tutta l’attrezzatura da neve e al posto degli slip il costume da bagno…. Si faceva calia (così si dice dalle nostre parti quando non vai a scuola all’insaputa dei genitori) e con l’autobus, al tempo non si era ancora in possesso di patente, si andava a sciare sull’Etna fino a mezzogiorno e poi, quando la neve diventava “pappetta” giù al mare a San Giovanni li Cuti (spiaggetta di sabbia nera proprio dentro la città di Catania) a fare i primi bagni della stagione!
Se solo mi soffermo un attimo a pensare a quanto scritto mi vengono i brividi, non per il freddo ma per la fortuna di esser nato in un territorio che nell’arco di soli 30 Km. ti permette di vivere i due estremi di madre natura….
La mia dolce metà, invece, niente di così elettrizzante e folle al tempo stesso ma solo la covata e mai esplosa voglia di mare, quel legame intimo e fortissimo che solo un isolano può avvertire ogni giorno dell’anno con il mare, con il “suo” mare.
Ho da sempre (avevo 14 anni) posseduto una barca, inizialmente era un vero “guscio di noce” che col tempo si è espanso sino a diventare una “open” di 4,50 metri equipaggiata con un 50 CV.
Un giorno, tra il serio ed il faceto e davanti a due birre proposi alla mia compagna una ennesima follia: “ti andrebbe di trascorrere in barca una settimana alle isole Eolie? Perché nò fu la sua entusiastica risposta; ma con quale barca mi domandò stupita? Con la nostra, risposi io falsamente infastidito dalla sua richiesta! Seguì qualche istante di gelido silenzio e poi arrivò quell’OK che avevo tanto desiderato ma che ora aggiungeva quel pizzico di paura e apprensione che una simil avventura causava.
I preparativi sono stati frenetici e la barca quella mattina era carica di tutto dal fornellino da campo alla tenda ad igloo, le canne da pesca e le maschere e pinne, le creme abbronzanti e l’abbigliamento. Si parte, le 73 miglia che ci dividevano dalle Eolie ci davano il benvenuto nelle acque di Letojanni con destinazione Lipari, campeggio di Canneto dove avevamo già preso accordi per l’ormeggio.



Non sto qui a raccontare delle meraviglie vissute, quei 10 giorni superbi, ma di come, quella crociera ci abbia profondamente segnato in modo assolutamente indelebile.
Andando per mare, anche se a bordo di una piccolissima barca ci si rende conto di quanto meraviglioso è il mondo che ci circonda, di quanto infinitamente piccoli siamo, del senso infinito di libertà che ti offre, della prospettiva assolutamente diversa e poco nota che si ha raggiungendo la terra dal mare….
Il mare unisce, lega, accomuna gli animi, affina gli intenti, lima e affievolisce le diversità, il mare ti coopta, ti chiama, ti accoglie…
Maggio 2011, dopo lunghissima ricerca la troviamo, è lei, esattamente ciò che cercavamo, perfettamente adatta alle esigenze, ai gusti, all’idea di “barca” che regnava dentro i nostri cuori.



8.50 metri di vetroresina un po’ ingiallita dal tempo ma con una stratificazione che, in qualche parte, supera i 3 cm., un pozzetto veramente ampio tale da soddisfare sia la voglia di dedicarsi alla pesca in modo molto comodo sia la ben più “redditizia” piacevolezza di poter cenare all’aperto magari invitando qualche amico, una tuga regno incontrastato delle tintarelle e, per finire, gli interni da fare invidia, per gli spazi, a ben più lunghe e celebrate imbarcazioni.
L’estate era già alle porte ma il nuovo acquisto era in un cantiere di Civitavecchia!
A “solo” 400 miglia dalla nostra isola.
Premettendo, come già descritto, che la nostra unica esperienza di lunghi tragitti in mare era riservata alla sola crociera alle Eolie, non abbiamo sprecato più di un secondo per essere d’accordo sul fatto che la barca andava portata “via mare” in Sicilia e non, come tanti ci consigliavano, “via terra” con un camion…..
A questo punto il lato per così dire “logistico” era forse il più impegnativo di tutta l’intera avventura; bisognava riempire la barca di tutto il necessario per la traversata che sarebbe stata, poi, una vera e propria crociera lungo le zone più affascinanti del nostro stivale.
Così ad inizio luglio carichiamo la macchina all’inverosimile e ci dirigiamo a Civitavecchia, 9 ore di autostrada, specchietto retrovisore interno inutilizzabile, i bagagli sono compressi fino al tetto.
Speriamo di non dimenticare nulla: il vestiario, le canne da pesca, le maschere e le pinne, le scorte del mangiare, le stoviglie, il motore ausiliario, il battellino di salvataggio, gli attrezzi per interventi in caso di guasti, le torce, i teli mare, gli asciugamani, le tovaglie …. no, non manca proprio nulla.
3 giorni a Civitavecchia sulla barca ancora in secca sui cavalletti ci garantiscono qualche conoscenza in più del mezzo ma nessuna esperienza di navigazione.



Con un tonfo al cuore si dà un arrivederci alla barca e si ritorna, in macchina, in Sicilia: altri 20 giorni di sofferenza e poi, finalmente, inizierà la nostra estate! (fine 1° parte)
 
 



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